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Stefano Cola

Il SERVIZIO: un colpo tanto importante quanto spesso temuto dai molti appassionati di questo sport.

Ben comprensibilmente questa abilità tecnica rappresenta il colpo fondamentale per eccellenza in quanto, grazie ad essa, è possibile avviare ogni singolo punto di un match e, in ottica propositiva, porre immediatamente le basi per far sì che l’inerzia dello scambio sia a proprio favore.

Il servizio rappresenta tecnicamente l’unica “abilità chiusa” del tennis in quanto, esclusi fattori ambientali e/o emotivi, non esistono parametri esterni che vadano ad influenzare la performance dell’atleta. L’azione è totalmente gestita dal giocatore il quale potrà focalizzare la propria attenzione su parametri tecnici, tattici e strategici senza che ci sia un’effettiva interazione con il proprio avversario. Per questo motivo è un’abilità facilmente allenabile e potenzialmente molto migliorabile.

Due sono i principali fattori che possono limitare la performance di questo colpo:

  1. Il piano di azione su cui si sviluppa il movimento è, terminata la fase di preparazione, al di sopra del livello delle spalle, quindi un’altezza su cui non si opera abitualmente e in cui una serie di fattori coordinativi possono venire meno.
  2. Il servizio, nella sua fase di accelerazione, richiama totalmente lo schema motorio di base di “lanciare”. Immaginati di lanciare un sasso il più lontano possibile da te ed ecco che, se ben eseguito, riproporrai la stessa azione di rotazione esterna – interna dell’omero. Quindi, una volta appreso in maniera fine il gesto in ogni sua fase esecutiva, si saranno creati i presupposti per una coordinazione ottimale nella seconda fase del movimento del servizio. Nel caso in cui invece venisse a mancare tale schema motorio, il gesto risulterà meno naturale e di conseguenza meno performante.

Ma quali sono i reali parametri tecnici su cui ha realmente senso focalizzarsi per approcciare nel migliore dei modi all’apprendimento di questo colpo fondamentale? Personalmente pongo sempre l’attenzione dei miei allievi su pochi punti, due dei quali appartenenti alle primissime fasi del gesto, quindi facilmente controllabili. Essi sono:

  • IMPUGNATURA: denominata tecnicamente “continental”, viene anche detta in gergo “a martello” in quanto molto simile a quella che si adotta quando si impugna un martello.

La ricerca di una corretta presa sul grip, oltre a consentire la naturale azione biomeccanica in fase di accelerazione, permette anche una maggiore flessione palmare della mano, favorendo quindi un maggior intervento della stessa nella proposizione di rotazioni, angolazioni della palla e, in generale, nel tentativo di riprodurre una maggiore accelerazione della racchetta.

  • LANCIO DI PALLA: parametro fondamentale per una corretta esecuzione del servizio in quanto consente, all’intero corpo, di ottimizzare la spinta verso l’alto raggiungendo così la maggiore accelerazione possibile dell’assetto braccio – racchetta.

Un lancio ideale dovrebbe essere allineato col proprio capo, avere una lieve profondità in avanti che consenta in contemporanea un minimo trasferimento del peso del corpo verso il campo e, in ultimo, sufficientemente alto da poter raggiungere la massima distensione del braccio dominante.

  • MASSIMA DISTENSIONE IN ALTO DEL BRACCIO: la ricerca di uno swing più marcato consente alla racchetta di raggiungere potenzialmente una maggiore velocità al punto di impatto con la palla. Inoltre, un impatto più alto, permette una maggiore prospettiva del campo e la conseguente ricerca di angolazioni più marcate.

 

È possibile notare come i parametri descritti siano tutti raggiungibili prima dell’impatto con la palla e, nello specifico, i primi due controllabili con grande facilità in quanto appartenenti alla fase più lenta del movimento, ossia quella di preparazione (in realtà la ricerca della corretta impugnatura avviene ancor prima).

L’invito che quindi propongo sempre è quello di prendersi il proprio tempo prima di approcciare a un punto, così da concentrare la propria attenzione su pochi punti tecnici ben controllabili.

Le osservazioni tattiche invece da fare, per quanto riguarda un amatore di ogni livello, sono le seguenti:

  1. Ricerca sempre tante prime palle in campo: la raccolta di tanti punti diretti tramite il servizio è, almeno a livello amatoriale, un dato difficilmente riscontrabile. Forzare quindi la prima di servizio nel tentativo di essere particolarmente efficaci, col rischio poi di esporsi a un maggior numero di doppi falli o di risposte più aggressive, personalmente lo sconsiglio. Più indicato ricercare un’elevata percentuale di prime in campo giocate ad una media velocità.
  2. Il servizio è, quasi sempre, il colpo che offre meno tempo di reazione all’avversario. Ma anche un servizio molto potente, se eseguito sempre alla stessa maniera, diventa poi facilmente leggibile e prevedibile. Meglio quindi variare molto la sua esecuzione in termini di rotazioni, angolazioni e velocità del colpo.
  3. Fai più ace o più doppi falli in una partita? Cerca di avere una lettura abbastanza lucida della tua partita perché spesso si raccolgono pochi punti diretti con il servizio e se ne regalano molti a causa di un elevato numero di doppi falli. Cerca di limitarne il più possibile il numero e, piuttosto, affida al tuo avversario la responsabilità di conquistarsi il punto con la risposta al servizio.

 

Tanti sono gli spunti tecnici, tattici e strategici valutabili con questo colpo di primaria importanza. Spero che questi pochi spunti riflessivi possano esserti di aiuto per affrontare con più fiducia ed efficacia le tue prossime sfide tennistiche.

IN BOCCA AL LUPO!

 

Marco Recalcati

marco.recalcati87@gmail.com

 

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Stefano Cola, Personal Trainer e Preparatore Fisico Tennis, Milano(Città Studi) e. Non perdere i miei aggiornamenti, seguimi su:

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