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Stefano Cola

Il respiro è movimento

La respirazione è alla base di tutto, è la prima relazione che creiamo con l’ambiente esterno e che ci permette di cominciare il nostro ciclo di vita.

E allora perché durante il corso della nostra vita, molti di noi, perdono la confidenza con il respiro?

Facciamo dei respiri superficiali che si bloccano nella parte iniziale del torace, magari ravvicinati e frettolosi. Ci abituiamo a respirare in questo modo e disimpariamo il modo più naturale.

La natura della respirazione è involontaria (se così non fosse dovremmo impegnarci costantemente nell’attivare i muscoli preposti a farlo) e ci fa perdere attenzione su questa sequenza che giustamente diamo per scontata.

Il primo passo per cercare di respirare meglio è la consapevolezza: ogni tanto sarebbe opportuno fermarsi, sdraiarsi a pancia in su e ascoltare il proprio corpo come si comporta durante il ciclo di respirazione. Dopo l’ascolto, si dovrebbero effettuare 5 respirazioni: l’inspirazione fatta con il naso e l’espirazione fatta con la bocca aperta. Questo è un esercizio banale che non cambierà il vostro modo di respirare ma vi aiuterà a percepire meglio questo atto, per noi fisiologico e fondamentale.

Molti di noi non sanno come respirare e di conseguenza lo fanno nel modo scorretto: con la bocca aperta ed in modo superficiale. Così facendo il diaframma, muscolo inspiratorio, non interviene (o poco) e la respirazione avviene in modo non armonico, affannata, creando spesso ansia e rigidità, per non parlare dell’ossigenazione della poca ossigenazione dei tessuti.

Il diaframma è un muscolo che divide la cavità toracica da quella addominale, è posizionato sotto le coste e forma una cupola. Ha diverse inserzioni: con lo sterno, le coste e le vertebre.

Qui capiamo una cosa: è molto importante ed è in relazione con tutto il nostro corpo.

Un diaframma che si muove poco, potrebbe essere responsabile di molti mal di schiena perché in grado di trazionare sulle nostre vertebre.

Si vive senza cibo per alcune settimane, senza acqua per dei giorni ma senza respirare solo per pochi, pochissimi minuti. A voi le considerazioni!

Vi lascio, qui di seguito, un esercizio sulla consapevolezza della nostra respirazione.

Mettiamoci sdraiati, schiena ben appoggiata, mani posizionate sulla pancia e gambe in una posizione comoda ma non incrociate: buttiamo fuori l’aria con la bocca aperta, sentendo e contraendo un po’ la parete addominale e cercando di svuotare la cassa toracica come se voleste avvicinare le coste verso il centro. L’espirazione deve durare il doppio dell’inspirazione che verrà effettuata con il naso e cercando di gonfiare prima la pancia e poi il torace. I tempi d’esecuzione dell’espirazione è di 6 secondi  (per le persone che si avvicinano per la prima volta a questo esercizio, inizialmente consiglio 4 secondi) quelli della inspirazione della metà.

In aggiunta, quando la sola espirazione ed inspirazione risulterà più “facile” e consapevole, potremmo effettuare l’esercizio uguale ma mantenendo per un secondo i polmoni completamente vuoti dopo l’espirazione e completamente pieni sempre un secondo, alla fine dell’inspirazione. Il tempo di ogni ciclo di respirazione cosi facendo sarebbe di 6-1-3-1 secondi.

È un esercizio facile ma non più banale se fatto con i giusti tempi e con la giusta forma. Lo possono effettuare tutti, non ha controindicazioni a meno che non siate in una condizione di salute grave e con disturbi patologici gravi.

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Stefano Cola, Personal Trainer e Preparatore Fisico Tennis, Milano(Città Studi) e. Non perdere i miei aggiornamenti, seguimi su:

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